Se è vero che il nuovo regolamento degli stadi ammazzerà gli striscioni spiritosi incentivati dalle apparizioni su ‘Striscia la notizia’, allora sarà una grande perdita per l’Italia e la vittoria della ottusità più bieca.
Osservo con curiosità l’evoluzione televisiva, guardando come, passato da possessore indiscusso della nostra attenzione, oggi tenta di adattarsi ai tempi e prova immaginare come farsi guardare da persone acute, ma incostanti, tirate in mille direzioni da stimoli superiori e più rilevanti. Con timore che negli anni si è trasformato sempre più in ammirazione, seguo ‘Striscia la notizia‘, una delle poche trasmissioni di vero giornalismo sulla televisione italiana. Cerco di capire i meccanismi che lo muovono, e leggo un meritevolissimo obiettivo di civiltà conscia e responsabile della propria posizione nelle invenzioni di Antonio Ricci e del suo gruppo.
Lo notate anche voi? Il ridicolo che sgonfia il primitivo, bieco e presuntuoso. Il ridicolo che premia l’intelligente, l’acuto e l’autoironico. Con leve tutt’altro che facili (provate ad inventare un modo per far ripulire spontaneamente un angolo di città come ha fatto l’amico Fabrizio Pivari), arrivano a migliorare le persone e la società. Finché non arriva il legislatore…
…che a quanto raccontato oggi, nel nuovo regolamento degli stadi ha deciso che non si dovranno più portare gli striscioni. Non importa come sono. Non ci devono essere e basta. Non è che non ci deve essere la violenza. Quella penso che sia già proibita dal codice penale. Ma siccome il codice penale non basta, oppure è controproducente applicarla, oppure (beh, non so nemmeno)… allora è meglio fare una legge assurda, inapplicabile, inutile o addirittura controproducente in più.
E ammazzare un po’ di più del genio italiano.