E’ in corso l’Innovation Forum 2008 a Milano e Blogosfere mi ha chiesto di descrivere che cosa serve per fare innovazione in Italia. Ecco cosa ho risposto:
“L’innovazione non è uguale all’invenzione e troppo spesso quando si parla della prima alla fine viene descritta la seconda. Senza quella mentalità che permette all’innovazione di consolidarsi, i momenti preziosi di invenzione non possono attecchire e fiorire. L’innovazione è infatti una questione di mentalità, non di soldi, non di protezioni, o vantaggi incolmabili e può essere applicata ovunque per migliorare processi vitali di un persona, per l’apprendimento, l’insegnamento e la produttività. Questa mentalità riguarda la capacità flessibile di valutare come il cambiamento di strumenti, metodi e in generale i contorni che definiscono un’attività possono essere fonte di miglioramento e in questo caso abbracciarli. La capacità di accorgersi che pur commettendo errori, l’adattamento al nuovo porterà in una posizione che è più probabile dia frutti che non la difesa passiva dell’acquisito.
Se siamo d’accordo che l’innovazione è soprattutto questo, allora secondo me è chiaro che molte delle ragioni per cui in Italia non si fa innovazione sono in realtà delle scuse.”
Hanno dato la loro risposta anche Alberto D’Ottavi e Emil Abirascid.
L’innovazione non è un prodotto, non è un servizio, non è una tecnologia… Michele Leidi elenca un po’ di altre cose che non fanno innovazione e offre la definizione secondo lui migliore.