La disponibilità improvvisa di avanzate piattaforme di Intelligenza Artificiale ci costringe a confrontarci non solo con la valutazione delle nostre capacità, ma, ancor più in profondità, con il significato di essere un essere umano cosciente e consapevole di sé. Possiamo esplorare questo argomento sia da un punto di vista scientifico che filosofico, giungendo infine a conclusioni pratiche. La mia conclusione ed esortazione è semplice: non essere uno zombie, sii un luminare.
Come molti, sono stato curioso riguardo ai limiti di ciò che le recenti piattaforme di Intelligenza Artificiale possono e non possono fare. Sono molto abili nel fingere di non solo conoscere molte cose, ma anche di riflettere su se stessi e comprendere il loro ambiente e, in una certa misura, i loro stati interiori. C’è un ampio consenso sul fatto che, anche se non capiamo esattamente come funzionano, al momento stanno solo fingendo. Ad esempio, GPT-4 non è consapevole di sé. Ma questo è il momento giusto per migliorare la nostra comprensione della consapevolezza di sé umana e perché riteniamo che sia davvero un fenomeno unico.
Ci sono molti modi per approcciare questo argomento. Tradizionalmente, la meditazione, le pratiche filosofiche e le esperienze metafisiche sono state utilizzate. Tuttavia, le discipline scientifiche hanno aperto le porte alla nostra comprensione dei processi nel cervello che danno origine al fenomeno che chiamiamo autoconsapevolezza. Ho avuto conversazioni con professionisti di alcune di queste discipline, come un anestesista che utilizza specifici composti chimici durante le procedure chirurgiche per garantire che i pazienti non sentano dolore, non possano muoversi volontariamente e non siano consapevoli del loro ambiente. I professionisti in questo campo devono intervenire delicatamente, mantenendo i pazienti in uno stato tra la piena veglia e i sistemi di supporto vegetativo.
Un’altra disciplina complessa ma essenziale è la psichiatria, che osserva e tratta persone affette da condizioni come depressione, schizofrenia e paranoia. Nel corso degli anni, sia l’anestesia che la psichiatria hanno visto risultati migliori. Oggi, l’anestesiologia è estremamente affidabile e la psichiatria si è allontanata da strumenti molto grossolani come la lobotomia per passare a trattamenti più sfumati e compassionevoli.
Anche se non sono un fan dei film horror o delle rappresentazioni fittizie degli zombie, ne conosco il concetto. Gli zombie non sono coscienti e non provano dolore o emozioni. In filosofia, il concetto di zombie filosofici, o p-zombie, viene utilizzato per evidenziare la difficoltà nel determinare cosa chiamiamo coscienza e consapevolezza di sé.
È un esercizio utile per tutti cercare di capire chi sono e prendersi cura della propria salute fisica e mentale. Attraverso l’introspezione, possiamo migliorare la nostra consapevolezza di sé. È molto meglio, credo, che ogni essere umano sia il più lontano possibile dall’essere uno zombie. Il termine che è in un certo senso l’opposto di zombie è “luminare” – qualcuno che è curioso, in grado di riflettere sulle proprie esperienze e provare l’intera gamma di emozioni ad esse associate. I luminari sono pienamente consapevoli di sé e degli stati emotivi e interiori degli altri. Partecipano attivamente alla società e pianificano un futuro degno di essere vissuto. Non essere uno zombie; sii un luminare.