A nessuno di quelli che seguono i miei post o i miei video sarà sfuggita la natura esponenziale della diffusione di COVID-19. Si sorprendono le persone che non sono abituate a vedere il progressivo raddoppio diventare dirompente, anche se parte da una base apparentemente trascurabile.
Ci sono tante considerazioni da fare, e lezioni che si spera vengano imparate da tutti i governi e le organizzazioni coinvolte. Si può vedere come quelli ben preparati riescano a contenere il contagio, come sta succedendo a Singapore e a Taiwan, con utilizzo vasto di risorse tecnologiche e di policy.
Uno degli aspetti che adesso va gestito con molta attenzione in Italia è il fattore di crescita del contagio (growth ratio). Questo è, dato che il fenomeno non è continuo ma discreto, sia alla base che nelle nostre rilevazioni, il rapporto tra il numero di casi nuovi oggi e quello dei casi nuovi rilevati ieri. Se il rapporto è maggiore di uno, l’epidemia è ancora nella fase esponenziale. Se il rapporto è minore di uno, magari per 3-4 giorni, l’epidemia è entrata nella fase logistica e tenderà a fermarsi.
Quello è un momento molto delicato, perché le stesse persone che, non conoscendo la natura dei fenomeni esponenziali, frenavano l’introduzione delle misure drastiche che hanno permesso di arrivare all’inversione di tendenza, possono di nuovo fare danno, chiedendo di allentare le misure troppo presto.
Sarà necessario resistere a queste pressioni, da ovunque vengano. Infatti, se si allentassero le misure troppo presto, l’epidemia tornerebbe immediatamente a diffondersi in una nuova fase esponenziale!
PS: naturalmente non sono un epidemiologo e qualunque correzione a quanto sopra è benvenuta!