L’eccellente portale della ‘Terza Cultura’, Edge, pubblica il resoconto di un ricercatore italiano presso l’UCLA, Marco Iacoboni sull’analisi delle reazioni di un campione di telespettatori che ieri hanno guardato il Super Bowl, i finali di campionato di football americano. Da molto tempo gran parte dello spettacolo è rappresentato dalle pubblicità del Super Bowl, carissime anche per gli standard americani, che affollano questa particolare trasmissione. Iacoboni ha potuto analizzare praticamente in tempo reale le reazioni dei telespettatori alle pubblicità, attraverso avanzate tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI). Ha verificato quindi quali messaggi erano i più efficaci (‘I am going to Disney’, Bud ‘office’), meno efficaci, ma anche il fatto per lui sorprendente che qualche volta il resoconto conscio e verbale del campione contrastava con quello che le immagini del loro cervello mostravano. L’empatia mostrata dai centri premotori tradiva un’affinità con il messaggio che non arrivava direttamente al conscio.
Nuove frontiere non solo dello studio del cervello, ma della manipolazione dei messaggi, e della verifica della loro efficacia.
Non mi meraviglia l’attenzione sempre maggiore alle pubblicità televisive. Un’attenzione sproporzionata e un grande talento artistico vengono investiti in un mezzo che in 30 secondi o un minuto deve rimanere estremamente efficace. L’opera d’arte in televisione non è il telefilm, la varietà: è la pubblicità.