Leggo su Infoservi.it che commenta sul filmato dell’esecuzione di Saddam Hussein:
Tuttavia la linea di demarcazione tra citizen e partecipatory
journalism rimane ancora sottile. E’ di oggi la notizia che l’autore
del video è stato arrestato. Chissà se verrà inserito da reporter sans
frontier nella lista dei giornalisti imprigionati nel 2007…
Non ho visto il filmato e non ho il desiderio di vederlo (e vorrei tanto che i telegiornali smettessero di inserire nelle notizie delle immagini in modo disgustosamente ammiccante anche tre quattro volte per serata (una ragione in più di smettere di vederli)), ma la considerazione è valida. Troppo spesso principi morali, legali o anche pratici di comportamento vengono interpretati in modo riduttivo, senza tener conto di sfaccettature anche complesse del mondo moderno.
Un altro esempio di questo è la causa che è stata intentata negli USA contro il sito russo Allofmp3.com. Questo sito che permette di acquistare musica in formato mp3, senza quindi alcuna restrizione digitale contrariamente ad iTunes, da un catalogo molto ampio di milioni di tracce, è perfettamente legale in base alle leggi della Federazione Russa. Successivamente alla recente entrata della Russia nella WTO, l’Ente per il Commercio Mondiale, è partita la causa da parte dei discografici americani per una richiesta di danni di milleseicentocinquanta miliardi di dollari! Cosa succederebbe se, analogamente, l’Arabia Saudita facesse causa negli USA perché le locali attività di riviste, siti, cinema o altro infrangono le leggia sharia sulla pornografia?