I cambiamenti che stiamo osservando attorno a noi stanno accelerando e in un ciclo di feedback positivo e i cicli successivi si nutrono degli effetti creati da quelli precedenti. La fonte di questi cambiamenti è la tecnologia, in quanto applicazione delle nostre accresciute conoscenze sul mondo attorno a noi. Come persone e come società ci siamo dimostrati molto adattabili ad un ambiente che cambia, ma necessariamente questa nostra capacità ha dei limiti. Si osservano oggi a tutti i livelli fenomeni che possono essere secondo me ricondotti alla difficoltà di adattamento: le migrazioni delle popolazioni e le sfide dell’inserimento, la diffusione della depressione, le interpretazioni del valore delle applicazioni tecnologiche, ecc.
Seguendo assieme ad altri amici i ragionamenti che ci fa approfondire il concetto di Singolarità Tecnologica, mi capita spesso di soffermarmi a fare queste domande e ieri ho avuto il privilegio di poterle porre ad una persona che si occupa di cambiamento di mestiere, Tenzin Gyatso, il 14° Dalai Lama.
Gli ho chiesto: “Come può una persona adattarsi al cambiamento che si evolve sotto la spinta del progresso tecnologico?”
Il Dalai Lama ha risposto: “Il progresso tecnologico deve essere al servizio dell’uomo e portare alla sua felicità. Non deve essere il contrario, con noi che diventiamo schiavi della tecnologia e del denaro. La differenza tra la tecnologia e l’uomo è che noi abbiamo sentimenti e quello che vado dicendo ai miei amici è che l’educazione deve insegnare i valori spirituali interni alla persona.”
Poi, come lo schiocco di una frusta, alla fine ha aggiunto: “Penso che un giorno quella parte del cervello umano che sottostà alle nostre emozioni potrà essere rimossa e saremo tutti come dei robot. Noi stessi diventeremo in parte macchine. In effetti questa sarebbe una buona cosa. Sarebbe super!” e ha fatto una grande risata…
Quindi stava scherzando? Oppure il Dalai Lama è un transumanista singolaritariano e ha riso in modo da permettere a chi non voleva seguirlo nel ragionamento di non prenderlo sul serio?
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