Al Shugart, fondatore di Seagate Technology, il leader delle società di storage è morto ieri a 76 anni. Shugart ha inventato i dischi rigidi, a partire da una capienza allora fenomenale di 5 MB ed ha costruito dal nulla la società che li ha portati con un’evoluzione costante ad essere base portante del nostro mondo digitale di oggi. La legge di Moore detta gli impegni di pianificazione economica e di ingegnerizzazione necessari a far progredire i microprocessori e a far raddoppiare le loro prestazioni ogni 18 mesi. L’indice del raddoppio della capienza dei dischi rigidi è ancora più breve a 12 mesi, e proseguono accelerando sulla propria traiettoria, risultante dall’inviluppo delle curve a esse di tecnologie che si rincorrono.
A capo di questo vertiginoso sviluppo economico e tecnologico, Shugart ha sempre saputo mantenere uno stile molto diretto ed umano, anche quando la sua società è cresciuta fino ad un fatturato di molti miliardi di dollari. L’ho conosciuto ad un ricevimento di Seagate Technology a Las Vegas, all’inizio degli anni novanta. C’erano 200-300 persone e lui era tranquillamente seduto un po’ in disparte, con la sua camicia hawaiana a guardare il bailamme e a chiaccherare. Ci siamo presentati, abbiamo scambiato qualche battuta, e poi i biglietti da visita. Sul suo, sotto il suo nome, invece del tradizionale titolo di CEO, Amministratore Delegato, c’era scritto un po’ ammiccante “zookeeper”… guardiano dello zoo.
Nel suo libro fenomenale, “Il dilemma dell’innovatore”, l’autore Clay Christensen prende l’industria dei dischi rigidi e specificamente Seagate Technology a esempio di come sia delicato e difficile l’opera quasi cannibalesca dell’innovazione continua, dove il nuovo processo sembra fallimentare agli inizi e minacciosamente efficiente nel momento in cui ingrana la marcia giusta.