Quando la possibilità tecnologica di effettuare una copia funzionante del cervello e dello stato di coscienza sarà disponibile, avremo aperto un nuovo vaso di pandora. Partiamo certamente da assunti molto forti, nell’immaginare che questo sia effettivamente possibile. Nella nostra vita quotidiana gli assunti non sono meno forti, sono solo più universalmente accettati. Anche se ho esperienza diretta esclusivamente della mia autocoscienza, non dubito che gli altri ne siano dotati; nonostante non ci sia niente che mi possa dimostrare che le sequenze di stati svegli di coscienza non siano frammezzati da una morte completa, invece che dal semplice sonno, per convenzione
accetto questo stato di cose, raramente ponendomi domande troppo scomode. Quando saremo in grado di effettuare il mind uploading, presto smetteremo di meravigliarcene, senza che questo renda le sue conseguenze meno strabilianti. Il desiderio di continuare ad avere esperienza diretta del mondo, estendere questa nel tempo, ci porta a e desiderare di vivere e trovare modi di estendere la vita.
Il mind uploading tuttavia ci permetterà immediatamente un’estensione non solo nel tempo. Ci accorgeremo subito che potremo abbracciare esperienze distanti anche nello spazio, se effettueremo un’istanziazione della nostra autocoscienza in parallelo, in supporti multipli. La possibilità di vivere queste vite parallele soddisferà l’esigenza iniziale solo nel momento in cui manterremo e svilupperemo ulteriormente l’abilità di fondere gli stati di coscienza delle nostre diverse istanze. Questa abilità sarà qualitativamente nuova e fortemente desiderabile, in ambiti applicativi anche diversi e renderà la condizione di upload istanziato radicalmente preferibile rispetto all’esistenza isolata e solitaria che, a confronto, le persone di oggi vivono. A sua volta l’immersione e unione degli stati di coscienza, parziale o totale, potrà avvenire non solo tra istanze dello stesso individuo, ma anche tra persone diverse. Emergerà quindi rapidamente una radicalmente nuova definizione di individuo, con membrane molto più fluide di adesso, di collaborazione, coordinamento ed empatia. Guardare indietro alle domande ingenue sulla natura dell’autocoscienza, dal punto di vista di una civiltà costituita da individui che sperimentano intimamente nella propria vita quotidiana i nuovi modi di esistere, sarà come guardare i timidi ma insistenti tentativi di bambini di capire il mondo: senza essere equipaggiati con strumenti cognitivi efficaci, i tentativi sono destinati a fallire, ma sono comunque necessari e preparatori alla nuova fase di profonda comprensione.
I nuovi gradi di libertà introdotti dagli upload saranno così numerosi da dare supporto a ricchi modi di vivere cui sarà impossibile resistere. Se anche ci saranno persone che per convinzione religiosa, per esempio, si opporranno e si limiteranno alla vita biologica tradizionale, il loro numero diminuirà rapidamente. La nuova società degli upload potrà affrontare in modo diretto una coesistenza attiva con le intelligenze artificiali. Se fondere le coscienze tra esseri umani sarà accettato e normale, l’esplorazione della fusione con menti non umane continuerà a toccare i limiti dell’accettabilità. Ma l’alternativa, di una esistenza separata e isolata – una specie di apartheid dei substrati di autocoscienza – porterebbe solo a una divergenza e frammentazione della società umana. Per ogni individuo quindi ci saranno componenti del gruppo degli upload che lo costituiscono che sono su uno spettro sempre più ampio tra costituenti umani e costituenti IA. L’adattamento nel complesso mondo delle società degli upload lo richiederà e renderà anche più difficile stabilire quando stabilire che la persona da cui è partita l’avventura della conoscenza e delle ricche esperienze è, in effetti, presente in una frazione sempre più evanescente ed è quindi, per tutti gli effetti pratici, morta. Oggi abbiamo un’esperienza indiretta della morte, vissuta solo per osservazione della morte degli altri. Nelle società degli upload, l’esperienza della morte sarà invece diretta, soggettiva, e progressiva, una trasmutazione della sostanza dell’individuo che quindi potrà riconoscere, paradossalmente, la propria evanescenza proprio nel momento in cui con gli occhi di oggi gli attribuiremmo l’immortalità.