L’efficienza di un sistema è la sua capacità di produrre una certa quantità di output per unità di input. La sua resilienza è la sua capacità di resistere a variazioni estreme nelle condizioni in cui deve funzionare.
In uno scenario relativamente stabile il primo è accettabile, mentre prepararsi per i periodi di crisi richiede investimenti in ridondanza.
L’innovazione tecnologica molto spesso consente la progettazione di nuovi processi produttivi o metodi organizzativi, che a loro volta portano ad un radicale aumento dell’efficienza.
L’innovazione tecnologica molto spesso consente la progettazione di nuovi processi produttivi o metodi organizzativi, che a loro volta portano ad un radicale aumento dell’efficienza.
Le catene di fornitura il cui scopo è massimizzare il profitto e che attraversano il pianeta in un processo di produzione globalizzato sono molto efficienti. Dobbiamo valutare come renderli anche robusti e resilienti. Un miglioramento della produzione può, ad esempio, portare alla creazione di più centri di produzione, uno per continente, permettendo anche al prezzo del prodotto di diminuire, aumentandone notevolmente la resilienza. Questo è ciò che Tesla sta facendo con Gigafactories.
Il processo politico democratico il cui scopo è creare consenso è molto solido, anche se apparentemente caotico e improduttivo, e dobbiamo trovare un modo per migliorare la sua capacità di produrre in modo efficiente la legislazione e la regolamentazione desiderata. Nuovi modi di gestire i dibattiti nei parlamenti, di tracciare elettronicamente i cambiamenti man mano che le leggi vengono modificate, possono rendere il lavoro degli organi eletti più trasparente e responsabile. Ne hai dei buoni esempi in alcuni paesi?
Man mano che evolviamo i nostri sistemi complessi, dobbiamo assicurarci di essere consapevoli dell’equilibrio dinamico tra questi due componenti e di impostarli ai livelli giusti in ogni momento.