L’ideale della sostenibilità non può essere visto come un obiettivo statico che rappresenta la fine dei nostri sforzi una volta raggiunto.
In pratica, tutti i sistemi complessi devono regolare costantemente i propri parametri per supportarsi nel loro ambiente in evoluzione. E nel processo, i loro componenti cambieranno e si evolveranno. Se dal punto di vista del sistema nel suo complesso possiamo osservare questa continuità, è possibile solo attraverso notevoli sforzi e adattamenti. Dal punto di vista dei componenti che vengono sostituiti, non c’è continuità, né sostenibilità.
Questo vale per i processi fisici e chimici, dal punto di vista termodinamico, ma si applica anche all’evoluzione biologica e all’interazione di individui e specie con il loro ambiente in evoluzione.
Sta a noi riconoscere il nostro potere di intervenire attivamente, in modo che l’impatto delle nostre tecnologie e civiltà tecnologica non interrompa le complesse interazioni da cui dipendiamo, abbracciando anche la consapevolezza che inevitabilmente cambiamo il mondo.
Costruire una civiltà sostenibile diventerà uno sforzo permanente, al quale una percentuale crescente della nostra attenzione può ragionevolmente essere dedicata, anche se l’obiettivo è esso stesso un ideale che non può essere raggiunto.