Una tecnologia nuova ha bisogno di spazio per respirare, in modo da fiorire in una moltitudine di applicazioni interessanti. Sembra che i droni vengano invece soffocati sotto il peso di una regolamentazione eccessiva, che farà ritardare il loro sviluppo. Almeno questo è il messaggio più forte da Drone Expo, che si è tenuto a Bergamo, Italia il 17-18 maggio 2015.
Le conversazioni non erano per lo più sulle funzioni di droni, o come certe applicazioni possono fornire valore ai propri utenti, ma la certificazione di droni e piloti, le norme di sicurezza, copertura assicurativa, problemi di privacy, e così via. Insieme con la Spagna, l’Italia ha uno dei contesti normativi più severi sui droni, e un sacco di idee non vengono testate o i loro inventori devono spostarsi in altre nazioni che sono più accoglienti. Gli esibitori mi hanno detto che si spostano in Svizzera o addirittura Perù e Sud Africa in modo da trovare dei contesti più aperti per costruire le proprie idee.
Ovviamente, non ci sono solo droni volanti: c’erano anche droni fatti come le navi alla mostra, così come droni stampati in 3D, e una vasta area transennata con una rete per le dimostrazioni di volo.
Evolvere rapidamente le giuste politiche è fondamentale per l’adozione di nuove tecnologie. Si dice che in Italia le regolamentazioni si allenteranno un po’ nel prossimo anno. Sarà troppo tardi per le persone con spirito imprenditoriale che o hanno lasciato, o hanno scoperto che coloro che sono negli altri paesi hanno conquistato un vantaggio competitivo insormontabile?
Il principio di precauzione che si preoccupa dei possibili danni che il dispiegamento di libero uso delle nuove tecnologie può provocare, deve essere confrontato con le analisi consentite dal principio proattivo, che considera il costo delle opportunità dei benefici non realizzati, aggravati dal tempo, a causa dei ritardi nella comprensione, migliorando e distribuendo queste tecnologie su larga scala.