“Codice, la vita è digitale”—Stagione 2018, episodio 1

Nel corso del primo episodio della seconda stagione di Codice—programma televisivo in onda su Rai 1—abbiamo discusso di nuove religioni transumaniste e di dove il transumanesimo ci porterà in futuro come specie.


“Codice, la vita è digitale”
—Episodio 1, inizio al minuto 15:43

Barbara Carfagna, Conduttrice: David Orban, transumanista ed esperto di tecnologie esponenziali. Lei ha il chip sotto pelle. Lo utilizza e, diciamo, perché se l’è fatto impiantare?

David: È un esperimento anche sociale. Se io ho un telefono e devo ricaricarlo le prese elettriche le trovo, ma il mondo attorno a me non è ancora pronto per lavorare con il chip dappertutto e quindi, magari, lo uso proprio per aprire conversazioni su quelli che sono i limiti della tecnologia e come le persone si possono adattare: se vogliono abbracciarla anche in modo radicale oppure comprendono che sono arrivati a un certo punto e non vogliono andare oltre.

Conduttrice: Ecco, abbracciare la tecnologia in maniera radicale. Intorno al transumanesimo nascono movimenti politici, nascono anche religioni. Quali e qual’è il loro obbiettivo?

David: Nell’epoca preistorica o anche solo migliaia di anni fa il mondo era molto difficile da capire e i nostri miti servivano per darci delle spiegazioni, anche se erano soprannaturali. Oggi abbiamo il privilegio della scienza e della ragione che ci possono dare spiegazioni riproducibili che, di volta in volta, cerchiamo di migliorare. Se c’è bisogno di nuove religioni e queste, magari, danno una aspirazione per andare oltre a quello che riusciamo ad osservare, sicuramente non abbandoneranno la nuova base acquisita della scienza e della razionalità. Starà poi a loro diventare popolari e conquistare miliardi di persone in tutto il mondo dimostrando che servono.

Conduttrice: Quali sono queste religioni? Si è sentito parlare di dataisti, di copinisti e anche qualcuno che è uscito da Google, un dirigente, ha fondato una religione basata sull’Intelligenza Artificiale.

David: L’evoluzione memetica, l’evoluzione delle nostre idee, sta proprio nel trovare quello che sopravvive alla prova dei tempi. Il cristianesimo ha avuto duemila anni per adattarsi al mondo, vediamo come andrà con le nuove religioni transumaniste.

Conduttrice: Lei è transumanista, ma punta ad arrivare al postumano?

David: La specie umana ha avuto una storia veramente molto breve, biologicamente parlando, ma se guardiamo 4 miliardi di anni di evoluzione biologica, poche sono le specie che hanno superato il milione di anni. Il transumanesimo, se vogliamo, è un ponte verso il futuro dove, se la specie umana biologicamente definita sparirà, ci potranno essere idee portate avanti anche da persone che avranno superato la propria forma biologica e potranno guardarsi indietro ma anche attorno per dire: “L’umanità esiste ancora, rappresentata da me e rappresentata dagli altri.”

Conduttrice: Lei crede nella possibilità, un giorno, di fare un backup del nostro cervello in un robot o in un sistema?

David: La capacità radicale di misurare il cervello a risoluzione sempre più fine sia in termini spaziali che temporali promette bene. Sta migliorando radicalmente. E quando questa capacità porterà ad un punto dove il mio backup potrà essere acceso e mi confronterò, magari, allo specchio per decidere se quel David è qualcosa in cui mi riconosco, sarà il momento in cui, effettivamente, decideremo se vivere vite in serie oppure divertirci, con effetti anche inaspettati dai più, per istanziarci in parallelo e come gruppi sciamare ad esplorare l’universo.