Il tempo delle donne—2018

Nella quinta edizione del Tempo delle Donne, svoltasi il 7, l’8 o il 9 settembre alla Triennale di Milano, ho sostenuto un intervento durante il quale ho trattato argomenti quali alcuni dei cambiamenti più importanti avvenuti nel mondo e di dove questo continuo progresso ci porterà in futuro—futuro che noi contribuiremo a creare.


Il futuro è già arrivato. Viviamo in un’epoca incredibile creata dalla tecnologia, dalla scienza, dalla forza della ragione che ha costruito la società attorno a noi.
Pensateci: fino a poche centinaia di anni fa, ognuno di noi sarebbe stato contadino, con la convinzione di passare l’intera nostra vita nel raggio di pochi chilometri da dove siamo nati e con la convinzione che i nostri figli avrebbero fatto altrettanto. La conoscenza che si accumula lentamente, ma inesorabilmente, per migliaia di anni—è questa conoscenza che ci ha portato solo 100, 150, 200 anni fa a riconoscere che questo non era necessariamente il destino universale dell’umanità e di ognuna delle persone.
Abbiamo cominciato a investire su noi stessi, ma prima ancora investire sui nostri figli. È allora che abbiamo inventato l’obbligo scolastico, abbiamo inventato l’educazione universale, perché abbiamo capito che ne valeva la pena. E che cosa c’è di più bello che non la possibilità di conoscere il mondo con l’aiuto di altri che l’hanno già conosciuto un po’ più di noi? E di investire sui nostri talenti, sulle nostre passioni, sull’intersezione di questi due nel momento in cui la nostra famiglia ci supporta, la nostra comunità riconosce il valore di questo investimento? Che cosa c’è di più bello che non per una donna poter sposare la persona che sceglie e che ha scelto lei o di scegliere di non farlo? Che cosa c’è di più bello per una coppia che scegliere di avere figli o di scegliere di non avere figli? Che cosa c’è di più bello per una donna partorire senza morire nel parto, come statisticamente era—una probabilità di una volta su dieci—fino a pochissimo tempo fa. Che cosa c’è di più bello che non vedere crescere i propri figli, sapendo che uno su quattro o uno su due non morirà prima dei cinque anni com’era inesorabile fino a 100/150 anni fa?
Ognuna di queste cose è talmente importante come cambiamento che facciamo fatica persino a comprendere come poteva essere il mondo prima. Provate d’immaginare come deve essere sopravvivere alla morte della metà dei vostri figli. È inconcepibile ed è questo il nostro mondo, questo è il mondo di cui ci permettiamo di lamentarci perché Facebook non funziona come vorremmo o perché ci sono delle liti politiche nel sistema governativo che abbiamo scelto o che abbiamo costruito. Possiamo quindi guardare con attenzione alcuni aspetti fondamentali e riconoscere come scienza, razionalità e tecnologia ci abbiano portato fin qui e quindi chiederci dove ci porterà questo progresso nel momento in cui continuerà. È importantissimo riconoscere che l’Europa, per quanto sia stata un’importante traino anche per il resto del mondo nella scoperta e nella diffusione di idee, speranze, tecnologie e opportunità, oggi anche il resto del mondo sta partecipando a questa rivoluzione. Il cambiamento che ha portato, per esempio, la Cina dall’essere una nazione afflitta da carestie che hanno portato alla morte di decine di milioni di persone meramente 50/60 anni fa, alla situazione in cui oggi è il protagonista del progresso mondiale, è un cambiamento senza precedenti.
I gradi di libertà che acquisiamo grazie ai cambiamenti che vediamo attorno a noi ci permettono di riconoscerne i lati positivi e per tempo quelli che possono essere i pericoli. E quindi possiamo correre rischi che prima era impossibile correre. Se uscivo dieci mila anni fa dalla grotta e mia moglie mi salutava e andavo a caccia a destra o a sinistra, la sera, se non tornavo, lei sapeva che non tornavo più, perché la decisione se andare a destra o a sinistra era questione di vita o di morte. Se 200/300 anni fa dicevo a mia moglie: “Senti, io sono un’imprenditore, sono uno startupper, perché non apriamo una taverna?” e andava male, andavo nella galera dei debitori e la mia famiglia moriva di inedia entro pochi mesi e io morivo in galera, perché fallimento economico equivaleva a morte. Oggi la società ha capito che incoraggiare gli esperimenti che producono i risultati positivi è un costo necessario per scoprire quello che funziona, altrimenti siamo fermi e possiamo scegliere di esserlo. In effetti per ogni società una delle domande più importanti da porsi guardando tutti gli altri che contemporaneamente stanno facendo lo stesso ragionamento, è se essere all’avanguardia o alla retroguardia di un cambiamento che sta accelerando, e la società che sceglie di essere alla retroguardia può effettivamente evitare gli errori, ma non deve lamentarsi quando viene tagliata fuori almeno da parte di quelli che sono i vantaggi che arrivano a quelli che invece sono più avventurosi.
I cambiamenti più importanti che abbiamo visto negli ultimi vent’anni derivano dalla tecnologia digitale, elettronica, che ha portato oggetti che solo le potenze più importanti potevano permettersi attraverso programmi segreti che duravano decenni, nella tasca di ognuno di voi. Io sto tenendo in mano quello che ognuno di voi ha nella sua tasca oppure sta tenendo in mano mentre mi sta filmando per portare il messaggio che io vi trasmetto anche a quelli che non sono in questa stanza, è quello che sta diventando una nuova piattaforma cognitiva disponibile per ognuno di noi. Noi abbiamo il sistema libico che regola quello che è il nostro battito cardiaco, i flussi ormonali e quant’altro e abbiamo la neocorteccia che regola quelli che sono i nostri pensieri, la nostra razionalità, le decisioni di cosa vogliamo fare, di che cosa vogliamo mirare. Oggi stiamo costruendo una nuova possibilità, quella che potremmo chiamare una esocorteccia, un ragionamento che avviene per aiutarci al di fuori della nostra scatola cranica, ma non per questo meno intima, meno potente e meno importante. Fino a qualche decennio fa era possibile essere parte utile di una società pur essendo analfabeti. In molte città italiane ci sono tutt’ora i resti, i residui di quest’epoca dove c’era lo scriba, lo scrivano, che quando ricevevi una lettera gliela facevi leggere e poi gli dettavi la risposta, perché tu non sapevi leggere o scrivere. E alla televisione nazionale c’era la trasmissione quotidiana o settimanale che insegnava a leggere e scrivere agli adulti. Oggi, se tu vai a fare un colloquio, puoi essere la persona più bella del mondo, ma se al potenziale datore di lavoro dici che in effetti non sai leggere o scrivere, la probabilità che tu venga assunto è praticamente nulla. Quali sono quindi i nuovi requisiti che saranno del tutto naturali per essere una parte utile della società? Queste utilità, non solo in termini economici, ma davvero per capire in modo ematico ed emozionale anche le ragioni che portano a sperare gli uni negli altri. Questa è la società in cui scegliamo di crescere insieme. Se questa possibilità ci viene data da un nuovo supporto che oggi chiamiamo Social Media e domani saranno interfacce ancora più intime con quello che è la nostra esocorteccia universale, sarà questo che ci rende più umani di quanto siamo oggi. Infatti immaginate, era possibile per Spartaco vincere la ribellione e poi la sera stessa non chiedersi chi faceva lo schiavo il giorno dopo? La società romana non poteva aspirare ad un livello di moralità che per noi oggi è scontato e la società di oggi è afflitta da dogmi disumani dello stesso livello.
Vi garantisco che fra venti/trent’anni, per non parlare di 100 o 1000, saremo ridicoli negli occhi di coloro che con l’aiuto della scienza, della tecnologia, saranno stati capaci di immaginare cose che sono al di fuori della nostra immaginazione oggi, ma possiamo precorrerli per aiutarli a crescere insieme a noi, subito, assieme a voi.