“Tra algoritmi e innovazioni, ecco come prepararsi al futuro”

In occasione della SingularityU Italy di Milano sono stato ospite alla trasmissione Eta Beta, dove ho chiarito alcune delle questioni che generano timori inerenti alle tecnologie in arrivo.


Massimo Cerofolini, Conduttore: In copertina oggi Enrico Dini, ingegnere toscano, il primo al mondo a stampare una casa in 3D. Uno degli ospiti, Dini, della SingularityU Italy, l’evento che questa settimana ha portato a Milano alcuni tra i maggiori esperti internazionali delle tecnologie che stanno ridefinendo i contorni del nostro futuro più prossimo. In collegamento c’è il presidente di SingularityU Italy David Orban, buongiorno, benvenuto.

David: Buongiorno, grazie.

Conduttore: David Orban, ex presidente del movimento transumanista, già in passato nostro ospite per parlarci del microchip che ha impiantato sotto la pelle della mano. Insomma, un uomo già proiettato nel futuro. Anzitutto come sta andando col microchip sotto la mano, lo usa? Come sta andando in generale questa tecnologia?

David: Sta andando bene. Sempre più ambienti si attrezzano per potersi interfacciare anche con persone già mezze cyborg, come me.

Conduttore: In Svezia, sopratutto, c’è una sorta di boom. Migliaia di persone se lo fanno impiantare per pagare la metropolitana, per pagare alla macchinetta del caffè, per entrare in ufficio, per mille usi.

David: In effetti è molto comodo, ma naturalmente è importante mettere un accento sul fatto che è sempre una cosa volontaria.

Conduttore: Ecco, è importante questa precisazione perché al 335 699 2949 il tema già suscita le prime apprensioni di qualche ascoltatore. Allora, prima di addentrarci negli scenari che avete mostrato lì a Milano, una domanda preliminare è d’obbligo, David Orban, perché ogni volta che noi, anche in Eta Beta, raccontiamo le nuove idee legate all’intelligenza artificiale, ai robot, al cibo prodotto in laboratorio—ne parleremo tra un attimo—difficilmente, però, malgrado i mille benefici, la reazione delle persone è di entusiasmo. Più spesso si oscilla, vedo dai messaggi qui in arrivo, tra il rifiuto, la rabbia, la paura. Innanzitutto lei che sta molto dentro alle cose del futuro, come si spiega tanta ostilità sulle promesse tecnologiche che stanno per arrivare?

David: Noi siamo i discendenti di coloro che avevano paura a sentire il fruscio dell’erba perché pensavano fosse una tigre a denti a sciabola e quelli che invece erano tranquilli e magari venivano mangiati non avevano la discendenza di chi oggi, preoccupandosi di sentire l’avanzare delle tecnologie, manda i messaggi alle radio manifestando la propria angoscia. Non che questa angoscia non sia naturale e giustificata, ma magari le persone come me, che con gioia e creatività sperimentano le tecnologie, non sentono il bisogno di esprimere la propria preoccupazione scrivendovi.

Conduttore: Ecco, questo è un punto importante su cui vedo che continuano a arrivare messaggi degli ascoltatori—tra un attimo cercheremo anche di leggerne qualcuno—però diciamo innanzitutto che l’obbiettivo, almeno nelle intenzioni ufficiali che avete raccontato lì a Singularity University a Milano, sarebbe quello di portare crescita economica, risposte ai problemi reali delle persone (della sanità, dell’ambiente, della povertà e cibo; vedremo poi gli esempi uno per uno), però il primo settore su cui avete messo le luci è quello delle tecnologie che più stanno influenzando la sfera economica, a cominciare dalle intelligenze artificiali. Qui quali sono le novità più imminenti che dobbiamo aspettarci da queste intelligenze artificiali?

David: Siamo talmente pieni di opportunità e ci sono così tante cose da fare per dare un impatto positivo nelle tecnologie che in effetti abbiamo poco tempo da dedicare a teorie del complotto che cercano di capire se ci sono intenzioni non ufficiali rispetto a quelle ufficiali. L’intelligenza artificiale sta arrivando rapidamente, sia nelle applicazioni aziendali che nella vita quotidiana. Se i nostri ascoltatori hanno uno smartphone e su questo smartphone hanno un archivio per la memorizzazione delle fotografie, locale oppure nel cloud, è molto probabile che l’abbiano già sperimentata anche in prima persona, per esempio ricercando le fotografie. Io per esempio ho 200.000 foto memorizzate e non potrei mai etichettarle individualmente, ma posso chiedere al mio telefono di mostrarmi le foto dei miei figli che sorridono al tramonto in spiaggia e magicamente appaiono due fotografie precisamente selezionate dalle 200.000 disponibili. Questo è un esempio concreto di benefici che l’intelligenza artificiale già porta ad ognuno di noi.

Conduttore: Ecco, invece in un futuro più prossimo qual’è la grande novità delle intelligenze artificiali che ci rovescerà la vita, secondo lei?

David: Le tecnologie esponenziali hanno un andamento che può sembrare per molto tempo impercettibile—infatti l’intelligenza artificiale è un campo di studio già da decenni—ma poi diventa dirompente. Quando la potenza dei nostri computer insieme ai programmi di elaborazione si può scatenare su una grande quantità di dati, arrivano applicazioni veramente inattese. Le prossime frontiere saranno quelle che vanno oltre a quella che è la fiera dell’elaborazione mera dei dati e che cominciano ad offrire un supporto sempre più importante anche alla nostra creatività, anche alla nostra capacità di formulare ipotesi e percorsi originali che magari senza questo aiuto non avremmo potuto fare, per esempio nella ricerca scientifica dove i milioni di articoli scientifici scritti non potranno mai essere letti dai ricercatori stessi ma, affiancati dall’intelligenza artificiale, sapranno concentrarsi su quelli più importanti per la loro linea di studio.

Conduttore: Ecco, la sanità, la cura delle malattie oggi più dannose per l’umanità è una delle frontiere più credibili di queste applicazioni. Malgrado—appunto, ripeto—questi vantaggi, leggo un messaggio dai tanti che ci stanno arrivando: “L’umanità con questo passo si autodistruggerà” dice uno degli ascoltatori, ma insomma, ieri per esempio la notizia che Facebook ha chiesto alle sue intelligenze artificiali, ai suoi algoritmi di scrivere una storia a partire da una sola frase, tipo, che ne so, il titolo era “La guerriera e il mago” oppure “Scrivi una lettera al tuo ex”. Ecco, gli algoritmi di Facebook hanno rielaborato una serie di racconti scritti da uomini in passato, da grandi scrittori, e i risultati oggi sono disponibili online e sono, insomma, promettenti. Sono racconti credibili. Ecco, se questo è l’inizio, magari tra dieci anni non c’è il rischio che le macchine si impadroniscano anche della dimensione più creativa dell’essere umano? Non c’è il rischio, in sostanza, che come uomini diventiamo inutili?

David: Starà a noi decidere se vogliamo fermarci, fra virgolette “scendere dal treno”, e rinchiuderci in riserve fra virgolette “naturali”, perché noi in un mondo propriamente naturale già oggi non sapremmo come sopravvivere, oppure continuare il percorso affiancati da macchine, macchine che già oggi ci affiancano. Da quando abbiamo inventato il fuoco abbiamo cominciato un percorso—e la leggenda di Prometeo, il mito di Prometeo, ce lo illustra—su cui ora stiamo andando avanti assieme a tante altre persone. In effetti la sfida della società è di chiedersi: “Se ci sono coloro che non vogliono, non possono, non sono in grado di seguire questa strada, come possiamo costruire un sistema di supporto robusto che riconosca loro dignità e diritto di partecipazione?”

Conduttore: Ecco, questo in realtà è importante. Ne parleremo adesso. Vedo anche tanti messaggi che stanno arrivando. C’è anche un messaggio positivo, un po’ spiazzante rispetto alla media: “Sono sicura che la tecnologia buona salverà il pianeta dal disastro ambientale”. Ecco, è anche uno dei temi che avete affrontato alla Singularity University—forse tra un attimo riusciamo anche a toccarlo—però un altro aspetto, sempre per quanto riguarda le tecnologie destinate a cambiare il mondo dell’economia, un’altra cosa su cui vi siete fermati è la blockchain. Innanzitutto ci spieghi in modo semplice di che si tratta e perché avrà un impatto rivoluzionario, qualcuno dice addirittura lo stesso impatto che ha avuto Internet venti/trent’anni fa.

David: Usando le banconote noi oggi ci fidiamo uno dell’altro per forza di cose, perché c’è una legge che ci impone di scambiare valore, condurre affari, attraverso questa denominazione e non abbiamo scelta, non abbiamo libertà, non abbiamo niente da fare che non obbedire. Blockchain è un’innovazione matematica che permette di guadagnare nuove libertà perché possiamo avere una scelta di come mutuamente fidarci uno dell’altro e di come, a livello planetario, non solo all’interno di una singola nazione, fare affari, coordinarci nelle nostre attività, in generale portare avanti i nostri obiettivi ed allocare risorse corrispondentemente. Quindi la promessa di Blockchain è in effetti dirompente. In termini di analisi di tecnologie esponenziali, non è assolutamente esagerato affermare che la sua importanza non sarà quanto quella di Internet, ma superiore a quella di Internet.

Conduttore: Ecco, per altro proprio in queste ore è arrivata la notizia che a Napoli è stata per la prima volta, la prima città in Italia, ad usare la Blockchain per la gestione del comune, della burocrazia comunale, hanno approvato una delibera che assicura con questo sistema una trasparenza nella gestione, per esempio, delle graduatorie e una semplificazione del rapporto tra cittadino e istituzione, perché una cosa chiave di questa tecnologia è che è tutto preset, tutto irreversibile, tutto tracciabile, tutto trasparente e quindi non si possono, come dire, fare maneggi, non si possono alterare le cose che vengono scritte. Questa della Blockchain è un tema—continuano ad arrivare tantissimi messaggi, per esempio Corrado Caglianello ci chiede: “Ma perché lei si mette un chip—rivolto ovviamente a David Orban—quando potrebbe fare la stessa cosa con una carta, con una tesserino come facciamo oggi. Non c’è il rischio di un controllo della Privacy attraverso questi sistemi che ci portiamo addosso?”

David: Nessuno mi intervisterebbe alla radio se usassi semplicemente una carta NFC invece del chip. È un importante metodo anche per far uscire quelle che sono le reazioni, positive o negative che siano. Facendo un piccolo commento anche sulla notizia di Napoli, è importante far notare che la promessa di trasparenza e di tracciabilità—in Inglese Accountability, responsabilizzazione—che Blockchain promette è possibile solo se i dati di partenza a loro volta sono affidabili, altrimenti in Inglese si dice “garbage in garbage out”. A Napoli potrebbero dire “monnezza dentro monnezza fuori”, perché dobbiamo in effetti assicurarci che le informazioni siano coerenti fra di loro, affidabili a priori.

Conduttore: Un suo omonimo, David da Peschiera del Garda ci dice: “Il cervello ormai è rimasto l’unico organo umano che non possiamo ricostruire. Secondo voi un giorno sarà necessario trovare una soluzione anche a questo problema?”

David: Quelli come me che sono, non solo affascinati, ma si adoperano affinché il percorso della tecnologia possa proseguire, non nutrono un rispetto sacro per alcuna componente del corpo umano, incluso il cervello. Noi riteniamo che il suo studio accelererà e sarà possibile analizzarne il funzionamento fino nei minimi dettagli. Questo porterà a cure per malattie terribili come la demenza senile o l’Alzheimer fino alla possibilità, ancora fantascientifica, di chiederci se una autocoscienza implementata in un supporto materiale diverso da quello biologico, ha una dignità, diritti, possibilità uguali a quelli che ha oggi l’essere umano tradizionale. E naturalmente questa sfida richiederà tantissimi sforzi e dovremo chiederci anche il dove vogliamo direzionare le ricerche per applicazioni che diano benefici inclusivi alle persone in tutto il mondo.

Conduttore: Ecco, a proposito di benefici inclusivi e ricerche: cosa rappresenta questa sfera, questa dimensione di cui lei è così tanto competente per l’industria italiana, per l’economia italiana? Insomma, in un certo senso è anche facile oggi con le disponibilità che ci sono nella rete entrare dentro questo mondo anche senza grandi capitali alle spalle, almeno come primo stadio, vero?

David: In effetti uno dei nostri messaggi importanti alla conferenza a Milano di Singularity University è stato quello che la tecnologia è disponibile e che bisogna sperimentare. Più di 1300 persone sono venute entusiaste per ascoltare questo messaggio. La sperimentazione, naturalmente, vuol dire anche accettare esperimenti che vadano male e quindi è molto importante tra i leader aziendali, nella dirigenza aziendale, capire che le risposte non sono pronte e predefinite. Le soluzioni, anche sostenibili economicamente, che portino valore e profitto devono essere ricercate, ma poi possono essere alla base di enormi potenzialità dove le aziende e l’industria italiana hanno modo di conquistare mercati non solo locali ma in tutti i continenti del mondo.

Conduttore: Forse una risposta la devi a un ascoltatore che dice, insomma, non gli è piaciuta la frase “Non porto alcun rispetto sacro per gli organi umani”. Vogliamo chiarirla questa frase?

David: Si, molto volentieri. Il programma dell’Illuminismo che è partito 300 anni fa non è ancora terminato. Si tratta di avere l’orgoglio delle nostre capacità di capire il mondo e di non porre limiti artificiali a dove possiamo arrivare nell’analizzarlo ed agire in conseguenza di quello che impariamo. Porre questi limiti comporterebbe necessariamente che prima o poi incontriamo una sfida che non abbiamo il coraggio di affrontare e quindi di estinguerci. Non porci questi limiti non dà garanzie, ma ci dà la possibilità di continuare ad esplorare l’universo.

Conduttore: David Orban, grazie di essere stato con noi. Una parola veloce per tranquillizzare quest’ansia che forse qualche ascoltatore avrà sentito attraverso la puntata?

David: Curiosità, passione, creatività e sperimentazione sono disponibili a tutti e possono guidare le persone a sviluppare quelle che sono le proprie convinzioni senza farsi manipolare né da me né da chiunque altro che voglia, magari, tenerli nell’ignoranza, ma aprendo le menti alle possibilità bellissime e meravigliose che la civiltà umana ha creato per tutti noi.