L’intelligenza artificiale è un ponte per il nostro domani

Il seguente testo è una trascrizione della mia presentazione a TEDx ReggioEmilia del 2 dicembre 2023.

Quando già diversi decenni fa si sono diffusi i messaggi testuali sui cellulari gli sms, ero scettico non ne trovavo l’utilità e non mi ero impegnato ad utilizzarli, nonostante la mia passione per la tecnologia. In effetti mi sono reso conto che ero ad un bivio nella mia storia. Da una parte potevo essere curioso e continuare a sperimentare, dall’altra parte invece magari ritirarmi nella tranquillità delle esperienze che avevo già acquisito. posso assicurarvi che ho scelto la prima strada. Da allora non solo magari sono diventato esperto di SMS, ma uso anche emoji o i miei canali di video brevi ed esperimenti anche diversi, come impiantare un chip nella mia mano “per vedere l’effetto che fa”, come dice la canzone. 

Questa cosa accade a noi individualmente, ma ricorre in effetti anche a livello di gruppi, di società, un percorso della storia che può cambiare in una direzione o nell’altra di come una comunità, una nazione abbraccia o rigetta la tecnologia. Tutti qua parleremmo cinese, se la Cina nel 1300 non avesse rinunciato alle esplorazioni geografiche che la stavano portando alla scoperta dell’Europa. E di esempi ce ne sono anche tanti altri. E in quelle epoche le innovazioni tecnologiche si diffondevano lentamente. Magari poteva volerci anche 100, 200 anni o di più perché una scoperta, una novità, un’innovazione cominciasse a diffondersi e a cambiare la società, il modo in cui ci organizzavamo per affrontare i nostri problemi, le nostre sfide. 

Oggi vediamo un accelerare di questo e le ultime innovazioni ci mettono poco, pochi decenni, o come vediamo oggi attraverso le infrastrutture, le piattaforme digitali che ci circondano, effettivamente pochi anni, pochi mesi, a essere disponibili dappertutto perché chi vuole possa sperimentare. Attraverso questo, naturalmente, quello che siamo noi, la natura umana, non è cambiata. L’evoluzione ci ha portati come esseri biologici a quello che siamo e da centinaia di migliaia di anni ci confermiamo nella nostra curiosità, nella nostra ambizione, ma anche negli impulsi che magari etichettiamo come impulsi animali.

Oggi probabilmente siamo sulla soglia di un importante cambiamento, forse il più importante che la civiltà umana abbia assistito, abbia sperimentato. È una trasformazione di una nuova tecnologia che si sta presentando, è già qui, ed è la tecnologia dell’intelligenza artificiale. Gli addetti ai lavori sanno che ci sono voluti sforzi importanti durati decenni in laboratori con anche magari risultati negativi, sconfitte, frustrazioni. Per chi non ha avuto modo di vedere questa evoluzione progressiva, invece lo vede qualcosa di repentino, quasi in un battito di ciglia, abbiamo strumenti, piattaforme, soluzioni, applicazioni che fanno cose che prima erano solo nei libri di fantascienza. In effetti succede anche un po’ il contrario. 

Tutti noi abbiamo incontrato i test per dimostrare di essere umani. Sistemi che confrontano l’automazione che può abusare delle funzionalità di una piattaforma per dimostrare a te, utilizzatore, che hai il diritto di farne uso. E quindi ti chiedono di dimostrare se sei effettivamente umano. Questi test stanno diventando sempre più difficili. Io qualche volta ormai getto la spugna. “Io so di essere umano, ma oggi, in questo momento, non riesco a dimostrartelo.” 

Questo effettivamente è un problema. Cosa succede se sistemi sempre più potenti, sempre più autonomi, vanno avanti a cercare di completare i propri obiettivi senza essere accompagnati senza coinvolgere gli utilizzatori umani. Il ruolo che possiamo quindi occupare, quale potrà essere? È una domanda che dobbiamo urgentemente porci. 

È una domanda che può essere analizzata utilizzando quegli stessi strumenti che l’intelligenza artificiale ci mette a disposizione. In effetti il ruolo dell’essere umano, i nostri propositi, la nostra dignità, quello che andremo a fare come individui ma anche come società intera, è una domanda importante. Oggi, alla metà del terzo decennio del ventunesimo secolo, ma probabilmente è una domanda che potrà definire la traiettoria della civiltà umana per centinaia o migliaia di anni nel futuro, a seconda se rinunciamo alle funzioni potenti, alle opportunità che questi strumenti ci offrono, oppure se riusciamo a abbracciarli, ma in una maniera responsabile. 

Una delle difficoltà è derivante proprio dalla velocità con cui questi cambiamenti stanno avvenendo, spingendo ognuno di noi contro i limiti della nostra stessa adattabilità. Dobbiamo quindi allenarci ad essere più adattabili. Lo eravamo da bambini. prendendo rischi spontaneamente, esplorando il mondo a noi ancora in gran parte sconosciuto, con genitori, adulti, che ci guardavano esterrefatti. 

Questo di poter continuare a prendere rischi è qualcosa che dobbiamo riguadagnare da una parte o mantenere dall’altra. C’è anche una parola che la descrive, è la neotenia, mantenere caratteristiche di bambini in età adulta. Curiosità, una sana mancanza di rispetto per l’autorità e l’esplorazione del mondo. 

Una particolare categoria di persone è predisposta o per natura, oppure si è autoselezionata in questa maniera, e sono i fondatori di start-up. Questo modello di imprenditoria nata nella Silicon Valley si è diffuso oggi in tutto il mondo. E io come investitore, come osservatore, ma anche partecipante dell’ecosistema delle start-up, lo vedo che è una vita esaltante come facciata pubblica, ma spesso anche una vita solitaria, dove segnali di possibile fallimento ti arrivano quotidianamente. e dove quindi le persone hanno bisogno di ricevere supporto da ovunque questo possa venire. 

Credo che il supporto che l’intelligenza artificiale può dare a questo gruppo di persone possa rappresentare un esempio molto importante che si può allagare alla società intera. In effetti, l’intelligenza artificiale oggi può essere un mentore, un advisor, un coach. per le persone che possono dialogarci e cercare di capire le proprie priorità, di dove andare e quali sono le domande che possono farsi. Ho anche inventato una nuova parola. Li ho chiamati Actioneer, un po’ come i pionieri, ma che non solo esplorano, vanno anche ad analizzare, implementare ed evolvere ulteriormente l’innovazione con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. 

L’età media in Italia è abbastanza elevata e quindi ci potrebbero persone che dicono «No! Un discorso molto bello e molto interessante che può coinvolgere i giovani, queste start-up perché mi si dice adesso circolano anche in Italia, ma non mi riguardano. Tanto sono già in pensione e intanto posso anche fregarmene.» In realtà non è così. 

Proprio per la rapidità dei cambiamenti che possono cambiare le infrastrutture sociali in modo talmente radicale da mettere a repentaglio il contratto sociale stesso, tutti noi siamo coinvolti, a prescindere dall’età, e non possiamo lavarci le mani. Dobbiamo quindi esporci, correre quei rischi che magari pensavamo fossero responsabilità solo dei bambini o di questa fascia esotica di persone che presume di poter creare chissà che cosa di nuovo. Dobbiamo allenarci ad estendere la nostra adattabilità. E lo possiamo fare in modo talmente facile. Perché se, magari decenni fa, quando sono nati i computer, avevano bisogno di laboratori ad aria condizionata, con le persone con il camice bianco, specializzati, e nessun altro poteva toccare i computer, poi sono arrivate nuove forme, i personal computer, adesso abbiamo i cellulari, i supercomputer, nelle tasche di ognuno di noi. Le nuove piattaforme di intelligenza artificiale basate sulla conversazione in linguaggio naturale eliminano ogni barriera all’ingresso, eliminano ogni scusa. Tutti noi possiamo cominciare a sperimentarli. 

È questo il mio invito. Ed è questo che potrebbe essere necessario. Alcuni magari non si sentono a proprio agio, magari non sanno esattamente come partire. Non c’è problema. Potete chiedere all’intelligenza artificiale stessa quali sono le domande più importanti per voi nella vostra situazione e senza esitazione vi arriverà una lista possibile di punti di partenza dove poi andare ad esplorare. Quindi già oggi, già stasera, andate a casa, prendete l’iniziativa, fate quel primo passo e cominciamo a capire come questo futuro condiviso, dove affiancati da nuovi strumenti potenti, potrà definire una nuova dignità, un nuovo proposito per l’umanità, per tutti noi.

Grazie.